Dapprima fu “le jeu de paume”, ossia il gioco di palmo, perché nel Medioevo, quando questo progenitore del tennis fece la sua apparizione, non esistevano le racchette, ma si usavano il palmo e il dorso della mano per il dritto e il rovescio.
A partire dal Trecento vennero usati guanti di cuoio e poi rudimentali racchette che però all’inizio erano disdegnate perché considerate poco virili e troppo facilitatrici.
Proprio in questo periodo si cominciò a parlare di “tennis” dalla storpiatura dell’esclamazione francese “tenez!” con cui colui che serviva avvertiva l’avversario.
I sovrani francesi e inglesi furono coloro che più degli altri divulgarono questo sport nelle loro corti sì che nel Rinascimento divenne lo sport più aristocratico di tutti.
Francesco I di Francia fu un ottimo giocatore e si fece costruire dei campi da tennis all’interno del palazzo reale del Louvre e un vero appassionato fu anche Enrico VIII d’Inghilterra che ne volle uno all’interno dell’Hampton Court Palace.
Qui, mentre stava giocando un’accanita partita a “real tennis” come veniva chiamato allora, fu arrestata sua moglie Anna Bolena che era lì ad applaudirlo.
E sempre mentre era impegnato in un’altra partita, qualche tempo dopo, gli giunse la notizia che la poveretta era stata giustiziata, tramite decapitazione, come lui stesso aveva ordinato.
Enrico VIII non fece una piega, continuò a giocare e vinse.