Briciole di storia, quisquilie e pinzellacchere. La giraffa di Lorenzo il Magnifico

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Era nota fin dai tempi dei Romani, ma allora era chiamata “camelopardo” e suscitava sempre grandissima curiosità: stiamo parlando della giraffa che nel 1487 suscitò scalpore in tutta Firenze.
Era rinchiusa nella fattoria agricola detta Le Cascine che Lorenzo de’Medici (detto il Magnifico per la sontuosità della sua Corte e per l’illuminato mecenatismo che sempre riservò alle Arti e agli Artisti), aveva fatto costruire non lontano dalla splendida Villa Medicea di Poggio a Caiano in quel di Prato.

In questa innovativa fattoria Lorenzo fece approntare delle risaie sperimentali e degli allevamenti di bachi da seta e anche la coltivazione di miele e ottimi formaggi, oltre all’allevamento di animali esotici e rari, come daini bianchi e pavoni di sfolgorante bellezza.
E in quella fattoria fece condurre anche la giraffa che gli aveva donato Mohamed ibn-Mahfuz, ambasciatore del Sultano d’Egitto.

Per questo animale (rarissimo allora da vedere) fece addirittura costruire una stalla riscaldata, perché allora gli inverni a Firenze erano umidi e rigidi.

La giraffa veniva portata in giro per le strade della città lasciando i Fiorentini a bocca aperta e tanto era lo stupore e la curiosità, che venne persino permesso alle suore di clausura di sbirciarla nel giardino del monastero.

Ed è grazie a Lorenzo il Magnifico e a questa sua passione per gli animali esotici, se il Ghirlandaio poté guardarla da vicino e ritrarla in quel capolavoro che è la sua Adorazione dei Magi (1485-1488).

Ma la Vita della tanto ammirata giraffa durò poco: solo un anno. Il suo lungo collo rimase incastrato nelle travi di quella bella fattoria e si spezzò, portando alla morte in breve tempo quello splendido esemplare.
E si dice che Lorenzo il Magnifico pianse.