Rubrica coriandoli. L’uomo dai guanti verdi

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Si chiamava Alfred Beaumon, era nato negli Stati Uniti nel 1877 e adorava il colore verde. Verde era la macchina che guidava, verdi spesso i suoi panciotti e i fazzolettini che spuntavano dal taschino delle sue giacche, verdi i guanti che sempre indossava.

Verde, soprattutto, il colore dei dollari che lui tanto amava e che riuscì ad accumulare grazie ad una truffa, invero assai ingegnosa, che diede addirittura spunto agli sceneggiatori di Hollywood per creare uno dei film più celebri del Cinema mondiale, “La Stangata”, con un Paul Newman e un Robert Redford da manuale, vincitore nel 1974 di ben 7 premi Oscar.

Ma torniamo al nostro Alfred Beaumon. Nel 1910 egli legge su un quotidiano che la succursale della Merchant National Bank situata in una sperduta cittadina dell’Indiana, deve lasciare i locali dove è ubicata per trasferirsi altrove e, naturalmente, deve svuotarli completamente di tutti gli arredi, mobili, scaffali, faldoni ecc.

Il trasloco necessita ovviamente di alcuni giorni di lavoro in cui la banca sarebbe rimasta chiusa e Direttore e dipendenti in ferie.
Ed è allora che la sua mente truffaldina si accende di un lampo di genio.

Vestito di tutto punto e con gli immancabili guanti verdi, si presenta al proprietario dei locali della filiale dell’Indiana e gli chiede se per favore, in attesa che venisse effettuato il trasloco di tutti gli arredi e considerata la chiusura forzata della Banca, lui non gli potesse affittare per qualche giorno i locali stessi.
La consistente mazzetta di verdi dollari che sventolò sotto il naso dell’affittuario convinse quest’ultimo ad accettare immediatamente l’offerta senza porsi troppi perché.

Alfred, le chiavi in tasca ed un sorrisetto appisolato sulle labbra, si reca allora da un ricchissimo coltivatore del posto, pieno di dollari, ma scarso di furbizia, presentandosi sotto falso nome come il nuovo Direttore della filiale della Merchant National Bank e gli propone “l’affare del secolo” che, gli fa capire, abbassando la voce e circondandogli le spalle con il braccio, vuole offrire a lui e a lui solo: investire 100.000 dollari (somma allora nel 1910 da capogiro) per riaverne in pochi giorni almeno il triplo.

Il coltivatore abbocca, lo ringrazia calorosamente e tutto soddisfatto si accomoda sulla macchina verde del “benefattore” per seguirlo alla filiale della Banca.
Qui l’ignaro “merlo” vede impiegati solerti, clienti indaffarati, scrivanie piene di scartoffie e sorride tra sé soddisfatto mentre si accomoda sulla poltrona dell’ufficio del “Direttore” e ancor più soddisfatto, credendo di aver fatto davvero “l’affare del secolo” consegna a quest’ultimo (ovvero Alfred Beaumon sotto falso nome) l’ingente somma per la quale riceve regolare ricevuta su carta intestata.

Quello che non sa è che tutte quelle persone sono comparse e figuranti pagati per inscenare la truffa: è tutto finto. Tutto diabolicamente finto.

Se ne accorgerà e capirà solo tre giorni dopo quando si recherà baldanzoso in Banca per ritirare i promessi 300.000 dollari. Con la bocca spalancata e il cuore che pulsa all’impazzata, scopre che la Banca non c’è più.

Arredi, impiegati, mobili: non esiste più nulla perché nel frattempo il vero Direttore aveva effettuato il trasloco e “l’uomo dai guanti verdi”, dopo aver pagato i suoi complici, se l’era squagliata chissà dove.

Alfred Beaumon metterà a segno “la stangata” per ben 20 volte, non sarà mai arrestato e morirà nel 1956 povero in canna per aver fatto, pensate un po’, investimenti onesti ma sbagliati, con i soldi guadagnati illecitamente.

Quando si dice la legge del contrappasso…