Rubrica Coriandoli. Tremate, tremate, le streghe sono tornate

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Era il 14 Marzo 1716 e a Brentonico, allora un villaggio in provincia di Trento, l’Inverno s’attardava con rasoiate di vento gelido che invitavano a rintanarsi a casa.
Ma nonostante il freddo e un cielo minaccioso e cupo, quasi tutti gli abitanti si riversarono sulla pubblica piazza per assistere, chi con sgomento, chi con morbosa curiosità, chi mosso da pietà o da orrore, all’esecuzione capitale di Maria Bertoletti Toldini (detta la Toldina) accusata di stregoneria.
La sentenza, emessa il 16 Agosto dell’anno precedente, le era stata comminata in quanto ritenuta colpevole di “malefici, sortilegi, stregonerie, infanticidi, sacrilegi, idolatria, apostasia e altri delitti turpissimi, atrocissimi ed orrendissimi”.

Maria la Toldina aveva allora 60 anni e, già vedova, si era risposata con il sagrestano della Chiesa di San Martino di Pilcante, il paesello Trentino in cui era nata e in cui viveva. Non aveva figli e, pare, neanche un carattere mite e affabile.
Insomma, alla gente del paese non era simpatica e lei non faceva nulla per esserlo.
Iniziarono a circolare voci, calunnie, accuse striscianti e terribili: ovvero che lei fosse stata iniziata da sua zia Agostina al culto di un demone che esigeva sacrifici umani di bambini e che si fosse impegnata per questo a “stregare” un bimbo al mese con malefici a base di una mistura basata sui resti delle candele del Sabato Santo e di olio santo rubati in Chiesa (e il fatto che lei fosse moglie del sagrestano deponeva in suo sfavore).

Furono otto i bimbi ritrovati uccisi in modo orrendo da quelle parti, e questi crimini efferati, uniti ad una sterilità di campi mai vista, ad intere vendemmie andate male, con vini resi imbevibili perché secondo le dicerie da lei contaminati con ostie consacrate, a piantagioni di bachi da seta distrutti nottetempo, convinsero la pubblica opinione che ci si trovava di fronte ad una strega.
E come tale fu giudicata da un tribunale penale laico e non ecclesiastico in quanto nell’area tirolese e a Trento vigeva la “Constitutio criminalis Carolina” emessa nel 1532 dall’Imperatore Carlo V d’Asburgo.

Le furono inflitte torture e alla fine lei confessò.
Il 14 Marzo 1716, sotto un cielo plumbeo e lo sguardo inflessibile del giudice e quello rapace dei suoi accusatori, la Toldina venne decapitata dalla mannaia del boia e il suo corpo, come si conveniva alle streghe, dato in pasto a fiamme adunche.

Nel Marzo 2016, dopo 300 anni esatti da quella condanna al rogo, si è riaperto il processo per riabilitare Maria Bertoletti Toldini, scagionarla da quelle terribili accuse e per dimostrare che non di stregoneria si trattò, ma, nel suo caso, di una congiura di alcuni suoi parenti per beghe ereditarie e che la poveretta confessò i crimini di cui era accusata solo per porre fine alle sofferenze inenarrabili della tortura.
Intanto a Brentonico, nel luogo esatto dove lei venne arsa, è stata eretta una statua raffigurante San Giuseppe con in braccio il piccolo Gesù.