Briciole di storia, quisquilie e pinzellacchere. Il bluetooth e quell’antico re danese goloso di mirtilli

Categories: News

C’era una volta un Re, Harald (Aroldo) I di Danimarca, che nel primo Medioevo (regnò tra il 940 e il 986) ebbe il merito di unificare gran parte della Scandinavia, regnando su Danimarca e Norvegia.
Aveva un curioso soprannome, “dente blu” (in danese blátønn) e non è chiaro il perché fosse appellato così: le ipotesi erano che avesse dei denti guasti, oppure che nelle battaglie notturne, per meglio mimetizzarsi, solesse tingersi di blu i denti, o che fossero i mirtilli, di cui era golosissimo, a macchiargli i denti.

Questa antica storia ritorna in auge nel 1996 quando alcune grandi aziende nel settore della tecnologia e della telefonia mobile, tra cui la svedese Ericsson e la finlandese Nokia (allora tra i maggiori produttori mondiali di telefonini) decisero di unirsi in consorzio per creare una trasmissione di dati senza fili a corto raggio.
Gli ingegneri più quotati e innovativi si riunirono a Toronto l’anno successivo per concretizzare questo progetto a cui non avevano ancora dato un nome.
Fu Sven Mattisson della Eriksson, che aveva appena finito di leggere un libro sui Vichinghi ed era rimasto colpito proprio dalla figura di Aroldo “Dente blu” che aveva unificato terre e uomini anche attraverso il Cristianesimo, a proporre “Bluetooth” (“dente blu” in inglese).

Persino il logo del Bluetooth si rifà al re medievale goloso di mirtilli, poiché è costituito dalla combinazione di due “rune”, ovvero i segni dell’alfabeto usato dalle antiche popolazioni germaniche e scandinave e corrispondono proprio alle iniziali H e B di Re Harald Bluetooth