La sera del 14 Aprile 1912, poco prima di mezzanotte, durante il suo viaggio inaugurale da Southampton a New York, il magnifico transatlantico “Titanic” incontrò sul suo percorso un iceberg con cui entrò in collisione e che provocò l’apertura di alcune falle sotto la linea di galleggiamento.
Le conseguenze furono tragiche, come sappiamo: morirono 1518 dei 2223 passeggeri imbarcati (compresi i 900 uomini dell’equipaggio).
Tra le vittime anche alcuni degli uomini più ricchi del mondo: Isidor Straus, John Jacob Astor IV e Benjamin Guggenheim, tutti accomunati da ricchezze colossali e dalla comune opposizione alla creazione di una Banca centrale degli Stati Uniti d’America che invece era fortemente caldeggiata da un altro miliardario, John Pierpoint Morgan, leggendario, potente e cinico finanziere di Wall Street.
Mister J.P. Morgan era anche il titolare della International Mercantile Marine, proprietaria della White Star Line di cui facevano parte i due transatlantici gemelli, l”Olympic” e il “Titanic”.
E qui scatta l’ipotesi (fantasiosa?) che il naufragio fosse stato addirittura pianificato dallo spietato J.P. Morgan (che aveva prenotato una lussuosa cabina sul Titanic, ma che all’ultimo momento aveva disdetto): in realtà a partire da Southampton non sarebbe stato il vero Titanic ma l’Olympic (camuffato) che era già stato varato e aveva subito dei danni in seguito ad una collisione con un’altra nave, riparati alla bene e meglio.
Morgan avrebbe deliberatamente mandato a schiantarsi contro l’iceberg il “finto” Titanic e intascare il denaro dell’assicurazione.
Ipotesi assurda? Può essere. E c’è un’altra inquietante curiosità che concerne la tragedia del Titanic.
14 anni prima quel disastro, ovvero nel 1898, lo scrittore Morgan Robertson aveva scritto un racconto intitolato “Futility, or the wreck of the Titan” in cui si narrava di un terribile naufragio del transatlantico Titan in seguito ad uno scontro con un iceberg, naufragio nel quale non si salva nessuno dei circa 3000 passeggeri.
Preveggenza? Coincidenza? Non si sa.
Qualcuno però rivelò che il miliardario J.P.Morgan avesse nella sua biblioteca il libro di Robertson e che lo avesse letto con molto, molto interesse…