Briciole di storia, quisquilie e pinzellacchere. Il Presidente Roosvelt e l’orsacchiottto di peluche

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Il “Teddy bear”, il morbidoso orsacchiotto di peluche come viene chiamato in America, ha un’origine curiosa.
Il 15. Novembre 1902, durante una battuta di caccia lungo il fiume Mississippi, il Presidente Theodore Roosevelt, che sarà insignito del Premio Nobel per la pace nel 1906 e che vantava un’anima ecologista tanto da proibire alla Casa Bianca l’uso degli alberi di Natale veri per non favorire la deforestazione, si rifiutò di sparare ad un cucciolo di orso catturato dai suoi assistenti e legato ad un albero. Non volle quel trofeo di caccia.

La notizia si sparse immediatamente e il giorno dopo sulla pagina del Washington Post apparve un tenero orsetto disegnato da Clifford Berryman con la dicitura “Teddy’s (Teddy era il soprannome di Roosevelt) bear” che piacque molto ai lettori, tanto che il Teddy bear divenne il marchio di fabbrica del disegnatore satirico, facendone la sua fortuna.

E una vera fortuna arrise anche a due lungimiranti commercianti di giocattoli di Brooklin, Moris e Rose Mitchtom, che misero in vetrina due buffi e teneri orsetti con la scritta Teddy’s bear, insomma, l’orsetto del Presidente.
Le richieste da parte dei bimbi americani furono tali e tante che i due scaltri coniugi fondarono addirittura una fabbrica specializzata in orsetti di peluche.

Ma sarà Margaret Steiff, proprietaria di una fabbrica tedesca di giocattoli, che darà l’impulso più determinante a questi amatissimi compagni di gioco: nella fiera del giocattolo di Lipsia del 1903, ne vendette ben 3000 e da allora ancora oggi la fabbrica Steiff produce ed esporta i Teddy bear in tutto il mondo, per la gioia di grandi e piccini.