Briciole di storia, quisquilie e pinzellacchere. Quando furono i romani a “fare i portoghesi”

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Il 13 Gennaio 1732 a Roma fu inaugurato un nuovo Teatro che sarebbe diventato glorioso: il Teatro Argentina, di proprietà della nobile e potente famiglia aristocratica Sforza-Cesarini.
La costruzione del Teatro era stata possibile grazie ai generosi finanziamenti di Giovanni V di Braganza, Re del Portogallo, nazione che allora godeva di ricchezze e potere e che aveva proprio in quel sovrano un fautore dell’Arte e un amante di opulenze e lussi smodati, tanto da essere soprannominato “il Magnifico”o “il Re Sole portoghese”.

Giovanni V aveva ambascerie in ogni dove e quella presso lo Stato Pontificio a Roma era molto influente.
Il Re decise così di finanziare la costruzione del nuovo Teatro e, in segno di riconoscenza, fu stabilito che tutti i Portoghesi (e soltanto loro) sarebbero entrati gratis allo spettacolo (sarebbe andata in scena l’opera “Berenice”di Domenico Sarro) e avrebbero fruito del sontuoso ricevimento che ne sarebbe seguito.
Bastava dire all’ingresso: “sono Portoghese” e si entrava liberamente e senza pagare.

E fu così che centinaia di Romani, spacciandosi per Portoghesi, entrarono gratis, godendosi lo spettacolo, e soprattutto il succulento banchetto.