Briciole di storia, quisquilie e pinzellacchere. Un pacchetto di chewing-gum passato alla storia

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Un giorno d’Estate del 1949 Joe Woodland, ingegnere americano, si trovava su una spiaggia di Miami, in Florida.
Mentre era lì a rilassarsi, i suoi pensieri tornarono indietro, chissà perché, a quando era boy scout e aveva imparato l’alfabeto Morse; gli venne in mente, un po’ per gioco, un po’ sul serio, di inventare un nuovo codice e così con un rametto cominciò a delineare sulla sabbia delle linee strette alternandole a linee larghe.
Ne compose parecchie serie, inglobandole ciascuna in un cerchio: ecco, quell’Ingegnere aveva creato il codice a barre, quello che ora è su tutti i prodotti che acquistiamo.

Woodland, ben conscio di aver avuto un’idea vincente, la brevettò, ma la lettura del codice rotondo risultò non compatibile con la lettura al laser.
Fu solo nel 1973 che un altro ingegnere, George Laurer, intuì che lo stesso codice, inserito in un rettangolo, sarebbe stato letto con più facilità.
E così fu.
Il primo prodotto scansionato dalle casse di un supermercato (per la cronaca uno della catena Marsh a Troy, in Ohio), il 26 Giugno 1974, fu un pacchetto di chewing-gum marca Wrigley’s oggi conservato addirittura al National Museum of American History di Washington.