Rubrica Coriandoli. Barbara Stanwyck: da orfanella vagabonda a star di Hollywood

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Si chiamava in realtà Ruby Catherine Stevens, nata il 16 Luglio 1907, ultima di cinque figli.
Quando sua mamma, incinta del sesto, fu sbalzata fuori da un autobus in corsa da un ubriaco e morì battendo la testa sul marciapiede, per questa bimbetta di quattro anni la Vita cambiò in maniera tragica e inesorabile.
Suo padre, ubriaco di dolore e di gin, abbandonò i cinque figli e se ne andò a Panama, a lavorare al canale i cui lavori di scavo proprio in quegli anni fervevano.
Non sarebbe più tornato.

Le figlie più grandi si sposarono giovanissime, lei, Ruby, la futura star di Hollywood che nel 1937 sarebbe risultata la donna più pagata degli States, fu affidata per 5 dollari a settimana a dei vicini e crebbe povera di soldi e d’amore, ma con una gran voglia di riscatto.
Riscatto per quella solitudine che doveva patire, per i maltrattamenti che doveva subire, per quel suo vagabondare da una famiglia all’altra, in cerca di un tetto e di briciole d’affetto.

Un giorno, mentre infuriava un temporale, riuscì ad imbucarsi in un cinematografo e lì, al buio, guardando lo schermo, capì che quello sarebbe stato il suo mondo.
Per campare fece la centralinista e la confezionatrice di pacchetti regalo in negozi, e spesso al posto di hotdogs comprava libri su Eleonora Duse, il suo mito.

Era ambiziosa, Ruby, tenace e volitiva e soprattutto aveva due gambe spettacolari. E con quelle divenne ballerina a Broadway negli spettacoli del mitico Ziegfeld e fece girare la testa ad un artista di varietà, Franck Fay che la sposò, salvo poi, quando lei lo superò in fama e guadagni, sfogare rabbia e frustrazione scolando bottiglie di whisky e picchiandola senza pietà.
Un aborto a 16 anni procuratole in clandestinità da una “mammana” la resero sterile. Decisero allora di adottare un bimbo, Dion, che Barbara non seppe amare mai (lui da adulto arrivò a rinnegarla) e che non salvò il matrimonio.

Poco male. Un produttore dalla vista lunga la vede ballare e capisce che quella ragazza non bellissima ma dal volto intenso e dallo sguardo rapace, può “bucare” lo schermo.
Ci penseranno Franck Capra (con cui visse un amore segreto e assai appassionato) a trasformarla in una vera star con pellicole tra cui “Colpo di fulmine” e “Proibito”, e soprattutto Billy Wilder che la farà assurgere a dark lady di Hollywood con quel capolavoro noir che fu “La fiamma del peccato”.

Da allora un susseguirsi di parti memorabili (chi non la ricorda con un brivido di ammirazione e di paura ne “Il terrore corre sul filo”?) che le valsero 4 nominations agli Oscar (ne riceverà uno alla carriera nel 1982) e l’undicesima posizione tra le più grandi Attrici di tutti i tempi nella classifica stilata dall’American Film Institute.
Ed anche un susseguirsi di relazioni: John Wayne, Gary Cooper, Humphrey Bogart, William Holden, Kirk Duglas, Glenn Ford, Henry Fonda furono (alcuni dei) suoi amanti famosi, ma si sussurra non disdegnasse avventure saffiche e Joan Crawdord, Claudette Colbert e persino Marilyn Monroe furono sedotte dal suo inquietante charme.

Finché arrivò Robert Taylor, bello e più giovane di lei; se ne innamora e lo sposa e quando anche questo matrimonio finisce, lei, a 45 anni, si prende il capriccio di far girare la testa ad un altro Robert, Wagner, che di anni ne aveva 22. Aveva anticipato, e di molto, la moda dei toy boys.

Non più giovane, ma sempre inarrendevole, diventa una beniamina della TV in fiction che hanno fatto epoca: ” La grande vallata”, “Dinasty”, “Uccelli di rovo”.
Muore d’infarto a 83 anni il 20 Gennaio 1990.