Rubrica Coriandoli. Giovanna d’Arco e quel grido sul rogo

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Nacque il 6 Gennaio 1412 in un piccolo villaggio dal nome musicale, Domrémy situato nella regione francese della Lorena
Quel giorno i suoi genitori, Jacques e Isabelle d’Arc (che aveva le doglie), così come tutti gli abitanti del borgo, erano sgomenti e spaventati perché un buio cupo e minaccioso aveva avvolto le povere case fin da mezzogiorno ed era addirittura comparsa la luna in cielo alle 2 del pomeriggio.
Ma appena i vagiti della neonata di casa d’Arc squillarono imperiosi, la fosca ombra che aveva ammantato il paesaggio si diradò e il sole riapparve in cielo.
E tutti capirono che qualcosa di misterioso e sovrannaturale era accaduto fra quelle misere viuzze.

Erano contadini i d’Arc, poveri e timorati di Dio.
Jeanne, questo il nome dato alla bambina nata in quel giorno di prodigi, cresceva, bella, bionda e ardente di Fede.
A 13 anni era analfabeta, caritatevole e serena.
Si occupava di faccende domestiche, degli animali di casa ed era molto sensibile ai mendicanti e ai reietti della società. La conoscevano tutti nel villaggio e le volevano bene.
Ma un giorno Jeanne, mentre era intenta nelle sue abituali occupazioni, sentì una voce che la chiamava.
Si guardò attorno: non vide nessuno. <<Jeanne! Jeanne!>>, udì ancora la fanciulla.
<<Fu allora che mi apparve l’Arcangelo Michele per annunciarmi che il Signore mi aveva prescelta per guidare la Francia alla vittoria contro gli Inglesi>>: così ripeté decine e decine di volte Jeanne ai membri del tribunale ecclesiastico che la guardavano giudicandola pazza o, peggio, eretica e apostata.

Ma facciamo un passo indietro. In quegli anni era in corso la Guerra dei cent’anni (in realtà durò per 116 anni) tra Francia ed Inghilterra, a causa di certe rivendicazioni inglesi alla successione al trono francese dopo la morte di Carlo IV di Francia.
Il casato francese dei Borgogna si era alleato con gli Inglesi, aveva preso possesso di Parigi e avevano relegato Carlo VII, il Delfino di Francia, nel castello di Chinon.
E a quest’ultimo nel 1429 la diciannovenne Jeanne, i capelli rasati e vestita da uomo si presentò, gli occhi lucidi di ardore e un vigore nelle parole e nei gesti che lo colpì: <<Sire, datemi un esercito e io lo guiderò nel nome di Dio. È lui che mi ha prescelta. È lui che lo vuole>>.
Il Delfino, infervorato a sua volta dalla profezia secondo la quale una vergine della Lorena avrebbe salvato il trono di Francia, acconsentì.

È da quel momento, Jeanne, “la pulcelle d’Orléans”, la vergine indomita, si mise al comando dell’esercito francese, bardata con un’armatura lucente e brandendo uno stendardo bianco, incitava le truppe al grido “A morte gli Inglesi”!
Le vittorie si susseguirono e gli odiati Inglesi furono umiliati più volte, ma le cose cambiarono repentinamente per questa vergine ardente e temeraria, adorata ed osannata dal popolo.
Gli Inglesi cominciarono ad infangare la sua immagine, definendola malfamata, eretica e insinuando il sospetto che fosse strega e idolatra.

Il Delfino Carlo VII, che ormai la considera scomoda e ingombrante, non la difende. Anzi, le ordina di tornare a casa, ma Jeanne, che non accetta questo ignobile voltafaccia, continua a combattere con sempre maggiore ardore, sempre maggior coraggio.
Il 24 Maggio 1430 i Borgognoni, alleati degli Inglesi, la vendettero a questi ultimi per 10.000 scudi d’oro, una cifra enorme; Jeanne fu rinchiusa nel Castello di Rouen e ivi processata per eresia e stregoneria.

Il 30 Maggio 1431 sulla piazza del Mercato Vecchio di Rouen venne innalzata una pira e la “Pulcelle d’Orléans” vi venne condotta, anzi, strattonata, tra gli schiamazzi della folla.
Lei, che aveva solo 19 anni, lo sguardo azzurro proteso al cielo, il volto illuminato da un sorriso che aveva qualcosa di sovrannaturale, vi salì, le mani legate e a piedi scalzi.
Mentre le fiamme la ghermivano, Jéanne gridò con forza, e per sei volte, il nome di Gesù, poi reclinò il capo e spirò.
Gli stessi carnefici, disorientati e sgomenti da quella ultima, indomita e disperata professione di Fede, si gettarono in ginocchio esclamando: <<Siamo tutti perduti! Abbiamo bruciato una Santa!>>.

Nel 1920 Jeanne d’Arc fu dichiarata Santa e patrona della Francia. E amata incondizionatamente dal popolo, come lo era stata nella sua brevissima Vita.

Nella foto l’intensa Ingrid Bergman nel film di Victor Fleming “Giovanna d’Arco” del 1948

ingrid bergman