Rubrica coriandoli. Gloria Vanderbirt: amori, lussi e tragedie di una povera miliardaria

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A 18 mesi eredita una fortuna di 5 milioni di dollari (del 1934), a 15 anni è modella per Harper’s Bazaar, a 30 stilista di successo, a 39 anni si sposa per la quarta volta, a 80 scrive un romanzo a luci rosse ed ora, che di anni ne ha 94, ha aperto un profilo Instagram che conta 150.000 followers: tutto questo (e molto di più) è Gloria Laura Vanderbilt, miliardaria, stilista, attrice ecc ecc.
È nata a New York il 20 Febbraio 1924 da una delle famiglie più ricche del mondo, che nel Novecento contendeva il primato ai vari Onassis, Rockefeller, Rothscild e compagnia cantando: suo nonno Cornelius aveva costruito la rete ferroviaria di tutta l’America e aveva accumulato ricchezze inestimabili con il trasporto marittimo; suo padre Reginald, alcolizzato cronico, ereditò l’immenso patrimonio e a 43 anni sposò in seconde nozze Gloria Morgan, diciannovenne bellissima, fatua, ambiziosa e spregiudicata tanto quanto la sorella gemella Thelma (amante del Principe Edoardo di Galles).

Il padre muore per cirrosi epatica l’anno successivo e la giovanissima e frivola madre la molla alla tata e se ne va in giro per il mondo a dilapidare ribaldamente il patrimonio, vedova allegra e consolabilissima qual era.
Gloria (stesso nome della madre) a 18 mesi è ricchissima, privata dell’amore e delle attenzioni dei genitori e contesa tra la giuliva mammina e l’arcigna zia paterna Gertrude che la vuole con sé soprattutto per preservare il patrimonio da favola dei Vanderbilt.
Ne consegue un tira e molla feroce ed un processo che appassionò l’America tutta in quel 1934, in cui una spaurita Gloria di appena 10 anni si trovò sul banco dei testimoni a raccontare la solitudine delle sue giornate e l’assenza colpevole di una madre che volitava nei posti più belli del mondo purché lontana da lei.
Gloria venne affidata alla zia che la crebbe in mezzo ad agi e lussi sontuosi.

Adolescente irrequieta, viziata e affamata d’amore, a 17 anni cade nelle grinfie di Pat Di Cicco, un losco figuro che la riempie di botte e dal cui abbraccio mortale riesce a liberarsi per rannicchiarsi in quello confortevole del grande direttore d’orchestra Leopold Stokowski.
Lui di anni ne ha 63 e lei 21: fin troppo facile scomodare Freud e il transfert edipico.
Dopo due figli e 10 anni di matrimonio, Gloria spicca il volo, non solo come modella (apparirà sulle riviste più prestigiose e patinate del tempo, Vogue, Life Magazine, fotografata da icone quali Avedon e Horst P. Horst), ma anche come donna.
Lascia Stokowski, sposa il regista Sidney Lumet e bella e leggiadra com’è, ispira a Truman Capote la figura di Holly Golightly, l’indimenticabile protagonista di “Colazione da Tiffany” cui prestò il volto Audrey Hepburn vestita Givenchy.

Era bella Gloria, raffinata, sottile, elegante e misteriosa come un cigno e infatti sarà questo aristocratico animale il logo della sua linea di occhiali, profumi e abbigliamento che l’hanno resa celebre e ammirata anche come stilista.
L’irrequietudine è stata la cifra della sua esistenza, che la porta, nomade di lusso, a frequentare i luoghi più lussuosi e fascinosi del mondo in un continuo spostarsi e ripartire, un’irrequietudine che dopo 3 matrimoni e flirts illustri con Marlon Brando, Franck Sinatra e il miliardario aviatore Howard Hughes, trova finalmente un approdo sicuro in Wyatt Emory Cooper, sceneggiatore innamorato e stimato che le diede due figli: Anderson, divenuto poi uno dei più grandi giornalisti della CNN, e Carter.

Già, Carter. Bello, inquieto, fragile, preda dei demoni della depressione fin dall’adolescenza.
Il 22 luglio 1988 piove a squarciagola a New York.
Carter guarda il cielo plumbeo dai vetri del lussuosissimo appartamento di Manhattan dove vive con la sua famiglia e poi esce sul terrazzo, scalzo e disperato.
Si siede sul cornicione e resta lì a fissare il vuoto.
La madre Gloria lo vede, grida, si precipita fuori sotto quella pioggia ringhiosa. Lo supplica di tornare dentro, lo scongiura piangendo.
Carter non la guarda nemmeno.
Gloria allora lo afferra, lui si divincola, in una lotta disperata, lei lo agguanta per un braccio, urla, invoca.
Il figlio si libera, la guarda con un sorriso triste e senza dir nulla si lancia nel vuoto.
Non aveva che 23 anni.