Rubrica coriandoli. Hedy Lamarr: attrice, seduttrice, cleptomane

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Il premio Pulitzer George Weller la definì nel 1931 “la donna più bella del mondo”, ebbe sei mariti più un’infinità di amanti (uomini e donne), apparve nel primo nudo della storia del Cinema, fu trasgressiva e geniale (a lei si deve un’invenzione a scopo militare che oggi è utilizzata per il wi-fi), guadagnò cifre folli, ma negli ultimi tempi, dimenticata e devastata da interventi di chirurgia estetica, fu sorpresa a rubare in vari supermercati: questo è molto altro è stata Hedy Lamarr, la Diva.

Nata come Hedwig Kiesler il 9 Novembre 1914 a Vienna in una famiglia dell’agiata borghesia ebrea, ebbe con i severi genitori rapporti conflittuali; intelligentissima, splendida fin dalla più tenera età, irrequieta e fin troppo emancipata per i suoi tempi, a 12 anni, eludendo la ferrea sorveglianza di mamma Gertrud, partecipa ad un concorso di bellezza che vince senza sforzo e a 15 anni marina la scuola per recarsi negli studi della Sascha Film dove riesce a convincere il produttore ad affidarle una particina in un film.
Si iscrive alla facoltà di Ingegneria dove stupisce tutti per intelligenza e sagacia, ma molla tutto per abbracciare la carriera di attrice, nonostante il parere pervicacemente ostativo della famiglia, che lei, ribelle e determinata com’è, ovviamente ignora.

A soli 18 anni appare in un film che fece scandalo, “Estasi” del regista cecoslovacco Gustav Machaty; recitò in ceco imparando questa lingua difficilissima in poche settimane, ma non è per questo che viene ricordata: in quella pellicola lei appare completamente nuda mentre nuota in un laghetto (suo è il primo nudo integrale della storia del Cinema) e suo il volto trasfigurato dal piacere erotico (che lei si ostinò per anni a definirlo simulato, ma molte maestranze giurarono fosse invece autentico) su cui il regista indugia con un primissimo piano che turbò il sonno di un’intera generazione di maschi.
In Germania la pellicola venne proibita dalla censura in quanto ritenuta scandalosa, ma Mussolini riuscì a farsene pervenire una copia e organizzò una proiezione privata per sé e per i suoi gerarchi, e un’altra copia clandestina sarà rinvenuta nella cassaforte di Goebbels, il Ministro per la propaganda di Hitler dopo la sua morte.

Diventa così famosa, Hedwig, e a Teatro ottiene un enorme successo rivestendo i panni della Principessa Sissi che negli anni Cinquanta verrà portata sul grande schermo da Romy Schneider.
Concupita da registi e uomini ricchi e potenti, nel 1933 a 19 anni cede alla corte serrata di Fritz Mandl, un commerciante d’armi (soprannominato a Vienna “il mercante di morte”) che conta amicizie con Freud, Mussolini e personalità legate al nascente regime nazista, nonostante in lui scorra sangue ebreo.
È ricco e spietato, Fritz, la ricopre d’oro ma la rinchiude praticamente al n 15 di Schwartzenbergplatz, un sontuoso palazzo dove si svolgono cene opulente in cui Hedwig appare elegantissima, bellissima e silenziosa, come vuole il marito.
Gli ospiti non si peritano di parlare apertamente di sistemi elettronici, spionaggio, segreti militari, senza preoccuparsi eccessivamente della padrona di casa che sorride fintamente distratta, annuisce educatamente, ma che in realtà non si perde una parola di quelle conversazioni.
Di notte, mentre il suo temibile marito dorme, lei riporta di nascosto tutto ciò che ha carpito su quadernetti che tiene celati tra la biancheria intima.
Intanto le leggi razziali di Hitler la mettono in allarme (e a ben ragione) e fiutando il pericolo, data la sua origine ebrea, decide di fuggire da Vienna, da quella villa-prigione e da quel marito-padrone.
Lo fa in una notte del 1937, travestita da cameriera e con le tasche ricolme di gioielli e di documenti segreti che il marito conservava in cassaforte: direzione Londra.

Qui i suoi magnifici occhi incantano il potente Louis B. Mayer, il capo della MGM (la casa cinematografica del leone ruggente) che, di passaggio in Europa, se ne invaghisce e la mette sotto contratto, imponendole lo studio dell’Inglese e un nuovo nome: Hedy Lamarr con un sinistro rimando alla Diva del muto Barbara La Marr morta a 30 anni per overdose di morfina.
Hedy si trasferisce a Los Angeles e recita accanto a Charles Boyer, Spencer Tracy, Judy Garland, James Stewart e Clark Gable, divorzia dal primo marito, e si abbandona ad una girandola di flirts, quasi sempre con miliardari, perché, come sottolineò in un’intervista: «Se un uomo mi manda fiori, guardo sempre se tra i boccioli c’è un bracciale di diamanti. Se non c’è, non vedo l’utilità dei fiori.»
Negli anni Quaranta è una delle star più famose e pagate di Hollywood: durante la seconda guerra mondiale, ospite di alcuni eventi per raccogliere fondi a favore degli Stati Uniti, riesce a raggranellare una cosa come 7 milioni di dollari elargendo baci a destra e a manca.

Ma non era una donna felice, Hedy, e non lo sarà mai. Nel 1942 Ingrid Bergman le soffia il ruolo di Ilsa Lundt, la protagonista del celeberrimo “Casablanca” e fra le due attrici sarà odio perenne.
È bella, sprezzante, arida: dopo una banale lite arriva a cacciare di casa il piccolo James di 13 anni, il bimbo che aveva adottato insieme al secondo marito, lo sceneggiatore Gene Markey, e non volle più vederlo, ma fu madre distratta e poco amorevole anche con gli altri due figli avuti dal terzo marito, l’attore John Lander da cui si separò senza rimpianti (cosa che farà con tutti e sei i mariti).
Fu sessualmente sbrigliata, ma nei sentimenti fredda, egoista e fragile: entrò in analisi da giovanissima e non ne uscì più.
Ma soprattutto Hedy Lamarr era geniale ed aveva una spiccata propensione per i congegni elettronici e militari, e il destino le offrì l’occasione per mettere a frutto tutto ciò che aveva appreso nelle famose cene della sinistra casa di Vienna del suo primo marito.

Aveva conosciuto un musicista di origini prussiane: George Antheil, una sorta di bizzarro inventore che si divertiva a manipolare strumenti musicali facendoli suonare comandandoli automaticamente; lui aveva creato il celebre brano “Ballet Mécanique” in cui suonavano 16 pianoforti sincronizzati mediante rotoli di carta perforata.
Lei fece di lui il custode dei segreti appresi durante le famose cene con suo marito Fritz e i gerarchi nazisti e insieme cominciarono a lavorare con grande discrezione ad un progetto finalizzato alla Marina Americana nella II Guerra Mondiale, chiamato Secret Communication System ideato per rendere indecifrabili i messaggi fra trasmittente e siluri (utilizzando rotoli di carta perforata come nei pianoforti meccanici e cambiando continuamente la frequenza dei comandi radio) al fine di impedirne l’intercettazione da parte del nemico.
Presentato al “National Inventors Council” di Washington e brevettato l’11 Agosto 1942 come “Sistema Comunicazione Segreta n 2.292.387”, fu però snobbato dalla Marina Militare, ma utilizzato vent’anni dopo, nel 1962, durante la crisi di Cuba, per monitorare i sommergibili URSS.
Non solo, ma l’intuizione del 1943 di Hedy Lamarr e di George Antheil è stata utile nell’elaborazione del Bluetooth, della moderna telecomunicazione e nel wireless.
Ma i due geniali inventori non ne ricavarono un cent.

Nel 1946 la Diva apparve nel suo ultimo film di successo: “Sansone e Dalila” che la riporta in auge in maniera strepitosa e incassa moltissimo, ma che viene bollato dalla sferzante ironia di Groucho Marx che lo stigmatizza con una battuta passata alla storia: «È l’unico film che ho visto dove le tette del protagonista sono più grandi di quelle della star.»
Dopo di ché la sua carriera subisce un lento declino e la sua vita diventa un malinconico valzer lento.
Il suo stato mentale peggiora e lei non si muove se non accompagnata dal suo psichiatra; appare sempre più disorientata e instabile, e frequenti sono le sue denunce per violenza sessuale contro diversi uomini, ma a tutti i processi sarà condannata per falsa testimonianza e al risarcimento.
Sola e sempre più isolata a causa del suo pessimo carattere, votata alla quasi cecità per gravi disturbi proprio a quegli occhi che avevano incantato milioni di uomini (tra cui anche Gianni Agnelli con cui ebbe un appassionato flirt), devastata da ripetuti interventi estetici, va a vivere in un residence per anziani ad Altamonte Spring in Florida, ma non le vengono risparmiate altre amarezze e addirittura arresti per cleptomania nei diversi supermercati della zona.

Nel 1998, alla veneranda età di 84 anni, le fu conferita la medaglia Kaplan, la più alta onorificenza austriaca per un inventore, come premio alla sua genialità e al suo apporto alla tecnologia moderna.
Non mostrò particolare emozione, Hedy.
Algida come sempre, alla notizia del premio, commentò semplicemente «Era ora.»
In suo onore in Germania, Austria e Svizzera il 9 Novembre, data della sua nascita, è stato proclamato quale “Tag der Erfinder”, “Giornata dell’inventore”.
“La più bella del mondo” morì il 19 Gennaio 2000, e le sue ceneri, per sua espressa volontà, furono disperse su una collina viennese.