Rubrica Coriandoli. Mona Von Bismarck: dalla stalla alle stelle. Storia di un’arrampicatrice implacabile

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Era figlia di uno stalliere del Kentucky e alla nascita (il 5 Febbraio 1897) il suo nome era Margaret Edmona Travis Stader, ma dopo cinque mariti miliardari (tra cui due aristocratici), divenne universalmente nota come la Contessa Mona Schlesinger Bush Williams von Bismarck de Martini.
Di professione arrampicatrice sociale.

Era bella, di una bellezza algida e sofisticata, con due zaffiri al posto degli occhi e una lastra di ghiaccio al posto del cuore. Sensibilità poca. Ambizione tantissima. Anzi, smodata.
Lei e suo padre (la madre se n’era andata a vivere altrove) erano confinati nelle scuderie di un grandioso allevamento di cavalli di razza appartenente ad Henry James Schlesinger, erede della famiglia più ricca del Wisconsin con miniere di ferro e di rame che rendevano milioni di dollari. E a lei questo non andava giù.

A 17 anni, mentre spazzola il lucido mantello di quei purosangue, accarezza con i suoi immensi occhi blu il padrone, che di anni ne ha 40 ed è lo scapolo più ambito e riottoso al matrimonio dell’alta società, fino a che non s’accorge di Mona (come ormai la chiamano tutti), che ogni giorno, deliberatamente, gli passa davanti con quella falcata e quel corpo flessuoso da purosangue.
Schlesinger si innamora perdutamente e la sposa.

E uno. Mona partorisce un figlio, l’unico della sua Vita, di cui poco le importa e quando decide dopo solo tre anni di divorziare, lo “cede” tranquillamente al marito in cambio di mezzo milione di dollari (una robetta tipo 40 milioni di dollari di oggi).
Lascia la tenuta, un bimbetto di appena due anni e un marito schiantato dal dolore senza versare una lacrima.
Sale sulla sua Rolls-Royce blu (in pendant con i suoi occhi, ça va sans dire) e se ne va senza guardarsi indietro.

Approda a New York e a un party conosce James Irving Bush, corpo da atleta con due spalle così (militava nella squadra di football dell’Università del Wisconsin) e conto in banca da capogiro. Un paio di occhiate assassine e anche il bel James è steso. Matrimonio da favola, luna di miele da favola, ecc ecc. Tutto nella norma.

Ma a Mona non basta. Resta con James giusto il tempo per spolparlo e punta i suoi occhi bellissimi e predaci su Harrison Williams, semplicemente l’uomo più ricco d’America.
Mona ha 29 anni, lo sposo (innamorato perso) 54 anni e zero avvenenza. Pensate sia un problema per lei, quando ha a disposizione un marito che le offre un viaggio di nozze attorno al mondo (su uno yacht con 45 membri di equipaggio) e che ad ogni sosta le regala un gioiello da favola, (tipo uno zaffiro da quasi 100 carati in Sri Lanka) e una delle residenze più belle di Capri (Villa Il Fortino)?

O pensate che lei abbia fatto una piega quando in seguito ad un deragliamento di un treno i suoi bagagli vennero scaraventati giù e gli abiti sparpagliati sui binari?
Con un gesto sprezzante impedì ai suoi camerieri di raccoglierli e con aria annoiata ordinò in un sol colpo al suo sarto preferito, Balenciaga, 150 vestiti.

Quando decise di farsi fare un ritratto chiama Salvador Dalì per il quale posa elegantissima come sempre, ma all’eccentrico pittore viene lo sghiribizzo di ritrarla completamente nuda.
Lei, furibonda, gli urla: “O mi dipingi vestita o non ti pago” e lui, per dispetto, la ricopre con un abitino nero da quattro soldi che la fa infuriare ancora di più.

Nel 1933, a 36 anni, ha i capelli precocemente incanutiti; li tinge d’argento e quella chioma algida che accentuava il balenìo crudele dei suoi occhi, diventa un suo tratto distintivo, insieme ad un’innata ed inimitabile eleganza, che seduce persino Coco Chanel e Lanvin che la eleggono “Donna meglio vestita al mondo”.

Quando James Irving Bush, il suo terzo plurimiliardario marito muore, lei sospira, aspetta annoiata un annetto e poi decide di sposarsi per la quarta volta.
A 56 anni la sua scelta cade su un amico di vecchia data, Albrecht Edzard conte di Bismarck-Schönhausen, nipote del cancelliere (di ferro) Otto von Bismarck.
È gay, ma a lei interessa solo il titolo. Sposandolo si toglie il capriccio di diventare una nobile. Quanto a soldi, con i precedenti matrimoni è diventata sfacciatamente ricca e se vuole passare una notte di fuoco, a Capri (dove risiede sempre più spesso) di aitanti e infaticabili gigolo ne trova a iosa.

4 matrimoni e 4 funerali. Eh già, perché dopo 15 anni di matrimonio (bianco) muore anche von Bismarck. Poco male.
Mona ha 74 anni, 90 milioni di dollari di patrimonio (parliamo del 1977), l’arroganza di sempre, ma all’improvviso viene ghermita da un qualcosa che non aveva mai provato: la paura della solitudine.

E così lei, la donna che non doveva chiedere mai, l’emblema del glamour e della glacialità, l’arrampicatrice sociale più spietata e fortunata d’America, inciampa in un medico italiano, più giovane di 14 anni e, se possibile, ancora più ambizioso e assetato di soldi di lei: Umberto De Martini (ma il “de” diventa minuscolo e nobilitante quando gli viene assegnato il titolo di Conte dall’ex Re d’Italia Umberto di Savoia), che diventa il suo quinto marito.

Mona è innamorata. Anche lui, ma del suo patrimonio, di cui, all’insaputa di lei, dilapida allegramente gran parte in lussi sfrontati e regali per la sua giovane e bella amante inglese.
Mona scoprirà il tutto solo dopo che il suo adorabile Umberto si sarà sfracellato in seguito ad un volo da un ponte con la sua costosissima macchina.

I suoi celebri e celebrati occhi color zaffiro si veleranno di lacrime. Ma solo per poco. Soffrire in fondo non era mai stata la sua specialità.
E a dispetto di tutti, vivrà ancora, fra “lussi mirabili e ozii profondi” fino a 86 anni.